CROCIERA sul LAGO VITTORIA
"Su un cargo battente bandiera tanzaniana"
A Bukoba, da Dar es Salaam, con un comodo Bombardier di Air Tanzania; in condizioni "normali" sarei tornato sulla costa dell'oceano Indiano via terra, attraversando Uganda e Kenya, ma le troppe (laboriose, fittizie, costose, inutili) restrizioni Covid suggerivano di evitare attraversamenti di frontiere.
La brillante idea di cominciare il viaggio di ritorno navigando da ovest ad est sul lago Vittoria, non trovava conforto dalle info in rete, poche e confuse, circa l'esistenza del collegamento marittimo.
"C'è", "C'era", "C'è, ma non si sa quando". >
Nemmeno al porto ero riuscito a trovare risposte definitive, ma la verità è che stavo così bene a Bukoba e non avevo alcuna fretta di andar via.
Poi, la mattina del 29 dicembre, escursione a Kemondo, grazioso villaggio a 18 km a sud di Bukoba, con un minibus pieno all'inverosimile di persone e merci. A destinazione vedo gran parte dei passeggeri incamminarsi, con il proprio carico di bagagli, verso il lago. Impossibile resistere alla tentazione di seguirli.
Coda al cancello del porto, si prosegue verso le banchine solo dopo aver acquistato il biglietto per uno dei due barconi in partenza. In seguito scoprirò che entrambi raggiungeranno, in porti diversi, l'isola Bumpiri, ma intanto -con pochi scellini- acquistavo tagliandi per me e chi mi stava intorno. Purtroppo non potrò imbarcarmi perchè nessun mezzo sarebbe rientrato a Kemondo prima del mattino successivo, ed io quella sera avevo da portare a termine una "situazione" in città.
Peccato.
Una notte su un'isola del lago Vittoria, ma anche un'escurisone di poche ore, sarebbe stata certamente interessante.
Salutati marinai e viaggiatori, proseguivo la visita al porto con un giro nell'ampio edificio della stazione marittima, completamente vuoto in quel momento. Finché i miei occhi cadono su un cartello scritto a penna:
"M/V Victoria Kemondo-Mwanza mo-we-fr 23,00 am"
OILLOC!
Un cordiale e professionale uomo in divisa mi garantisce che c'è davvero quella motonave che fa la spola tre volte a settimana tra Bukova (partenza ore 19,00) e Mwanza con tappa a Kemondo.
Esattamente quello che stavo cercando.
Tuttavia -mi dirà- speranze di trovare una cabina libera almeno per le prossime due settimane erano nulle, e avrei dovuto accontentarmi di una poltrona o, addirittura, del semplice "passaggio ponte".
Vedremo, vedremo...
Dopo uno spettacolare passeggiata sulle colline che circondano Kemondo, il rientro a Bukoba. Corsa al porto per vedere la partenza del mercoledì sera.
Bianca e celeste, in prospetto tutt'altro che brutta, ma in biglietteria la conferma che cabine libere non ce ne saranno per molto tempo. L'unica speranza, che qualcuno non si presenti all'imbarco.
"Ci penserò domani" (Facchinetti, Negrini n.d.r.).
31 dicembre 2021, ore 17,00 porto di Bukoba
Tanta gente in partenza, e carri gru in azione per caricare merci di ogni sorta sulla New Victoria. Quella originale è finita in fondo al lago qualche anno fa.
Come prevedibile nessuno rinuncerà alla sua cabina, e aloora investirirò 10mila scellini (meno di 5 euro) per un passaggio-ponte.
Nessun altro Mzungu -così i locali chiamano i bianchi, in accezione sia positiva che negativa, a secondo delle circostanze- intorno a me. Non era la prima volta, non sarà l'ultima, nè motivo di turbamento.
A bordo alle 18,45, nemmeno il tempo di raggiungere il "ponte" e una gentile signora in uniforme:
"Per caso preferisci una cabina singola?"
"Certo che sì."
"Aspetta che prendiamo il largo..."
Trafila a me nota, già sperimentata in più circostanze, in nave e in treno; intanto ammiro le rumorose, ma suggestive manovre che precedono la partenza.
Ma quanto è bello viaggiare?
Appena le luci del porto sono alle spalle, mi viene offerta la cabina del Quartemaster, ad uso esclusivo. Piccola, ma confortevole. Trentamila scellini più la metà di mancia. Meno di 25 euro: costa poco il privilegio di essere Mzungu...
Il tempo di sistemarmi ed esplorare la nave e già si vedono le luci di Kemondo. In banchina pochissimi passeggeri in attesa, ma tanti, tantissimi caschi di banane e platani accatastati ovunque.
"Non dovranno mica caricarli tutti qui sopra?"
"Ci vorranno ore!" e mentre io pensavo (a discòre -e penzà- nun è fadiga si dice ad Ancona) un nugolo di trasportatori fa la spola per trasferire quei cespi di frutta dal molo a bordo. In tempi rapidissimi l'operazione è completata.
Alle 23,00 in punto, in perfetto orario, la nave riprende il largo puntando decisamente verso sud-est. In sette ore e mezzo giungeremo a Mwanza.
Il 31 dicembre sembrava non interessasse, come a me del resto, a nessuno; ed invece pochi minuti prima della mezzanotte la cambusa comincia ad animarsi, spuntano bottiglie di qualcosa che assomiglia a champagne. Sarà festa grande.
5-4-3-2-1...
Lunghissimi e ripetuti colpi di tromba dal ponte di comando salutano l'arrivo del nuovo anno, il balcone di poppa trasformato in discoteca, si balla e si canta, senza mascherine e il benché minimo distanziamento sociale: in Tanzania il covid è stato ignorato, se non per il ricco business dei tamponi.
Non mi unirò ai festeggiamenti, preferendo socializzare con gli altri passeggeri e i membri dell'equipaggio. Il tempo scorre rapidamente e piacevolmente e soltanto verso 03,00, mentre i balli volgevano al termine, mi ritirerò in camera. Avrei dormito volentieri fino a mezzogiorno, ma alle 6,30 sveglia con caffè e l'invito a lasciare la cabina prima dell'arrivo in porto.
Sebbene assonnato riuscirà ad apprezzare lo spettacolare paesaggio all'alba della baia di Mwanza e alle 7,15 scenderò dalla Victoria.
A quel punto il viaggio era terminato, ma i ricordi di quella originale crociera resteranno per sempre nella mia mente.
La brillante idea di cominciare il viaggio di ritorno navigando da ovest ad est sul lago Vittoria, non trovava conforto dalle info in rete, poche e confuse, circa l'esistenza del collegamento marittimo.
"C'è", "C'era", "C'è, ma non si sa quando". >
Nemmeno al porto ero riuscito a trovare risposte definitive, ma la verità è che stavo così bene a Bukoba e non avevo alcuna fretta di andar via.
Poi, la mattina del 29 dicembre, escursione a Kemondo, grazioso villaggio a 18 km a sud di Bukoba, con un minibus pieno all'inverosimile di persone e merci. A destinazione vedo gran parte dei passeggeri incamminarsi, con il proprio carico di bagagli, verso il lago. Impossibile resistere alla tentazione di seguirli.
Coda al cancello del porto, si prosegue verso le banchine solo dopo aver acquistato il biglietto per uno dei due barconi in partenza. In seguito scoprirò che entrambi raggiungeranno, in porti diversi, l'isola Bumpiri, ma intanto -con pochi scellini- acquistavo tagliandi per me e chi mi stava intorno. Purtroppo non potrò imbarcarmi perchè nessun mezzo sarebbe rientrato a Kemondo prima del mattino successivo, ed io quella sera avevo da portare a termine una "situazione" in città.
Peccato.
Una notte su un'isola del lago Vittoria, ma anche un'escurisone di poche ore, sarebbe stata certamente interessante.
Salutati marinai e viaggiatori, proseguivo la visita al porto con un giro nell'ampio edificio della stazione marittima, completamente vuoto in quel momento. Finché i miei occhi cadono su un cartello scritto a penna:
"M/V Victoria Kemondo-Mwanza mo-we-fr 23,00 am"
OILLOC!
Un cordiale e professionale uomo in divisa mi garantisce che c'è davvero quella motonave che fa la spola tre volte a settimana tra Bukova (partenza ore 19,00) e Mwanza con tappa a Kemondo.
Esattamente quello che stavo cercando.
Tuttavia -mi dirà- speranze di trovare una cabina libera almeno per le prossime due settimane erano nulle, e avrei dovuto accontentarmi di una poltrona o, addirittura, del semplice "passaggio ponte".
Vedremo, vedremo...
Dopo uno spettacolare passeggiata sulle colline che circondano Kemondo, il rientro a Bukoba. Corsa al porto per vedere la partenza del mercoledì sera.
Bianca e celeste, in prospetto tutt'altro che brutta, ma in biglietteria la conferma che cabine libere non ce ne saranno per molto tempo. L'unica speranza, che qualcuno non si presenti all'imbarco.
"Ci penserò domani" (Facchinetti, Negrini n.d.r.).
31 dicembre 2021, ore 17,00 porto di Bukoba
Tanta gente in partenza, e carri gru in azione per caricare merci di ogni sorta sulla New Victoria. Quella originale è finita in fondo al lago qualche anno fa.
Come prevedibile nessuno rinuncerà alla sua cabina, e aloora investirirò 10mila scellini (meno di 5 euro) per un passaggio-ponte.
Nessun altro Mzungu -così i locali chiamano i bianchi, in accezione sia positiva che negativa, a secondo delle circostanze- intorno a me. Non era la prima volta, non sarà l'ultima, nè motivo di turbamento.
A bordo alle 18,45, nemmeno il tempo di raggiungere il "ponte" e una gentile signora in uniforme:
"Per caso preferisci una cabina singola?"
"Certo che sì."
"Aspetta che prendiamo il largo..."
Trafila a me nota, già sperimentata in più circostanze, in nave e in treno; intanto ammiro le rumorose, ma suggestive manovre che precedono la partenza.
Ma quanto è bello viaggiare?
Appena le luci del porto sono alle spalle, mi viene offerta la cabina del Quartemaster, ad uso esclusivo. Piccola, ma confortevole. Trentamila scellini più la metà di mancia. Meno di 25 euro: costa poco il privilegio di essere Mzungu...
Il tempo di sistemarmi ed esplorare la nave e già si vedono le luci di Kemondo. In banchina pochissimi passeggeri in attesa, ma tanti, tantissimi caschi di banane e platani accatastati ovunque.
"Non dovranno mica caricarli tutti qui sopra?"
"Ci vorranno ore!" e mentre io pensavo (a discòre -e penzà- nun è fadiga si dice ad Ancona) un nugolo di trasportatori fa la spola per trasferire quei cespi di frutta dal molo a bordo. In tempi rapidissimi l'operazione è completata.
Alle 23,00 in punto, in perfetto orario, la nave riprende il largo puntando decisamente verso sud-est. In sette ore e mezzo giungeremo a Mwanza.
Il 31 dicembre sembrava non interessasse, come a me del resto, a nessuno; ed invece pochi minuti prima della mezzanotte la cambusa comincia ad animarsi, spuntano bottiglie di qualcosa che assomiglia a champagne. Sarà festa grande.
5-4-3-2-1...
Lunghissimi e ripetuti colpi di tromba dal ponte di comando salutano l'arrivo del nuovo anno, il balcone di poppa trasformato in discoteca, si balla e si canta, senza mascherine e il benché minimo distanziamento sociale: in Tanzania il covid è stato ignorato, se non per il ricco business dei tamponi.
Non mi unirò ai festeggiamenti, preferendo socializzare con gli altri passeggeri e i membri dell'equipaggio. Il tempo scorre rapidamente e piacevolmente e soltanto verso 03,00, mentre i balli volgevano al termine, mi ritirerò in camera. Avrei dormito volentieri fino a mezzogiorno, ma alle 6,30 sveglia con caffè e l'invito a lasciare la cabina prima dell'arrivo in porto.
Sebbene assonnato riuscirà ad apprezzare lo spettacolare paesaggio all'alba della baia di Mwanza e alle 7,15 scenderò dalla Victoria.
A quel punto il viaggio era terminato, ma i ricordi di quella originale crociera resteranno per sempre nella mia mente.