BOGOTÁ
La Capitale più sottovalutata del sudamerica
Tre volte in Colombia, la seconda soltanto nella Capitale; la prima avevo percorso oltre 1300 km -dalla costa caraibica al confine con l'Ecuador- visitando, tra l'altro, Medellin, Cali e lo spettacolare Santuario de Las Lajas di Ipiales "accompagnato" spesso dall'inconfondidile odore di "erbe" di varia natura (da cui mi tengo rigorosamente alla larga). La terza, invece il viaggio più lungo ed interessante: da Bogotá a Medellin, via Venezuela, Santa Marta, Barranquilla, Medellin.
E' il Paese economicamente e socialmente più sviluppato del Sudamerica, molto meno pericoloso di quanto il pregiudizio lasci supporre. Bogotá è affascinante già al primo impatto, nel nuovo modernissimo aeroporto intercontinentale, che sorge in un nuovo quartiere a nord del centro.
Una città moderna, ma ricca di storia, tradizioni, cultura, gastronomia; fondata dagli spagnoli nel XVI secolo con una struttura urbanistica molto interessante. Spiccano ordine e pulizia -anche nelle periferie, anche nel quartiere dei narcos.
Otto milioni di abitanti, gente cordiale, mai invadente; scaltra, educata.
Per quel che offre, Bogotà dovrebbe essere sommersa di visitatori, invece turisti e viaggiatori si contano con le dita. Non avrà la night life di Bangkok o Manila, ma non mancano certo i divertimenti, in centro di giorno e poi anche di notte negli eleganti quartieri a nord est.
Tanta polizia in giro la rendono sicura con controlli continui, ma discreti. Non ho mai percepito tentativi di corruzione nei confronti.
Lungo i circa 4km pedonali della "Carrera 7", a partire dalla splendida Piazza Bolivar, si vede e si trova di tutto. A parte le solite cianfrusaglie, interessanti oggetti di antiquariato. "Montagne" di dischi in vinile in vendita, paradiso per i collezionisti del genere. Artisti di strada si esibiscono con successo fino a tarda sera, tra gli altri sono rimasto a lungo ad ammirare un "clone" di Michael Jakson impegnato a danzare sulle note di "Don't stop 'til you get enough".
Al calar del buio, il centro si svuota, e camminare da soli è certamente pericoloso; il quartiere dei narcos, meglio esplorarlo solo in compagnia di una guidae ed evitarlo di notte.
Menzione particolare merita il cibo: vario, eccellente, economico. E, naturalmente, il caffè, servito in tante diverse varianti.
Qui lo dico e qui (non) lo nego, il migliore mai bevuto, il delizioso "tinto".
Analogamente, una tazza di cioccolato caldo non ha eguali da nessuna altra parte al mondo al di fuori della Colombia. Del resto le piante di cacao crescono in abbondanza da queste parti.
Come pure quelle di coca, chiaro, ma il tè con le foglie proprio non mi ha entusiasmato. Il traffico nelle ore di punta è congestionato e il trasporto pubblico urbano, che si basa su una rete di autobus che viaggia su sede propria non è sufficiente a soddisfare la domanda di mobilità. Di giorno girano taxi in abbondanza, a prezzi ragionevoli e sempre disposti ad usare il tassametro. Di notte più complicato trovarne in giro, ma basta chiamarli o usare una app e in pochi minuti ne arriverà uno.
Sono stato in Colombia a maggio 2017, giugno 2019, dicembre 2022
E' il Paese economicamente e socialmente più sviluppato del Sudamerica, molto meno pericoloso di quanto il pregiudizio lasci supporre. Bogotá è affascinante già al primo impatto, nel nuovo modernissimo aeroporto intercontinentale, che sorge in un nuovo quartiere a nord del centro.
Una città moderna, ma ricca di storia, tradizioni, cultura, gastronomia; fondata dagli spagnoli nel XVI secolo con una struttura urbanistica molto interessante. Spiccano ordine e pulizia -anche nelle periferie, anche nel quartiere dei narcos.
Otto milioni di abitanti, gente cordiale, mai invadente; scaltra, educata.
Per quel che offre, Bogotà dovrebbe essere sommersa di visitatori, invece turisti e viaggiatori si contano con le dita. Non avrà la night life di Bangkok o Manila, ma non mancano certo i divertimenti, in centro di giorno e poi anche di notte negli eleganti quartieri a nord est.
Tanta polizia in giro la rendono sicura con controlli continui, ma discreti. Non ho mai percepito tentativi di corruzione nei confronti.
Lungo i circa 4km pedonali della "Carrera 7", a partire dalla splendida Piazza Bolivar, si vede e si trova di tutto. A parte le solite cianfrusaglie, interessanti oggetti di antiquariato. "Montagne" di dischi in vinile in vendita, paradiso per i collezionisti del genere. Artisti di strada si esibiscono con successo fino a tarda sera, tra gli altri sono rimasto a lungo ad ammirare un "clone" di Michael Jakson impegnato a danzare sulle note di "Don't stop 'til you get enough".
Al calar del buio, il centro si svuota, e camminare da soli è certamente pericoloso; il quartiere dei narcos, meglio esplorarlo solo in compagnia di una guidae ed evitarlo di notte.
Menzione particolare merita il cibo: vario, eccellente, economico. E, naturalmente, il caffè, servito in tante diverse varianti.
Qui lo dico e qui (non) lo nego, il migliore mai bevuto, il delizioso "tinto".
Analogamente, una tazza di cioccolato caldo non ha eguali da nessuna altra parte al mondo al di fuori della Colombia. Del resto le piante di cacao crescono in abbondanza da queste parti.
Come pure quelle di coca, chiaro, ma il tè con le foglie proprio non mi ha entusiasmato. Il traffico nelle ore di punta è congestionato e il trasporto pubblico urbano, che si basa su una rete di autobus che viaggia su sede propria non è sufficiente a soddisfare la domanda di mobilità. Di giorno girano taxi in abbondanza, a prezzi ragionevoli e sempre disposti ad usare il tassametro. Di notte più complicato trovarne in giro, ma basta chiamarli o usare una app e in pochi minuti ne arriverà uno.
Sono stato in Colombia a maggio 2017, giugno 2019, dicembre 2022