E' la terza città più grande della Colombia, ma -si legge- la più pericolosa. Cali , addirittura, occuperebbe un posto nella top-ten nella classifica delle città più pericolose al mondo; basterebbe questo per indurci in tentazione di visitarla.
Quattro anni fa sono stato a San Pedro Sula, Honduras, quella che allora (adesso pare sia dietro Caracas) veniva considerata la più pericolosa di tutte: non saranno certo i narcos colombiani a spaventarmi...
Come spesso accade, la realtà dei fatti è completamente diversa. Cali probabilmente non si può definire bellissima, ma è davvero affascinante. E tutt'altro che pericolosa.
Negli ultimi venti anni del secolo scorso in città ha imperversato il feroce Cartello di Cali che, contrapposto a quello di Medellin di Pablo Escobar, pare controllasse, tra l'altro, l'80% dell'esportazione di droga in Usa. Allora si moriva per poco; adesso non è più così, ma sono tangibili i segni di quelle ferite e quelle esperienze. Gli abitanti di Cali sono cordiali e generosi, ma anche scaltri, avveduti e mantengono sempre un sana diffidenza nei confronti degli stranieri.
Abbiamo conosciuto tante persone, siamo entrati nelle scuole, giocato a pallone con i bambini; scortati, abbiamo camminato per le vie di un "barrio" dove di italiani non avevano mai visti; abbiamo visto come si produce il caffè, che loro chiamano "tinto" e lo abbiamo bevuto anche nel bar di un posto di polizia di periferia assieme ai militari in divisa.
Abbiamo girato la città quasi interamente, di giorno e di notte. A piedi, in taxi e utilizzando l'eccellente sistema di trasporto pubblico, inclusa la funivia.
E pure in moto con due fantastiche guide.
Come a Medellin alcuni giorni prima, anche a Cali ci siamo addentrati con le dovute precauzioni, a piedi, di notte, in una favela in collina utilizzando "busetas" (mini bus) urbani per raggiungerla. Sarà che la nostra soglia di percezione del pericolo è diversa dal turista medio, che siamo abituati alle grandi aree urbane, ma non abbiamo mai avuto paura.
"El riesgo es que te quieras quedar" , il rischio -l'unico vero rischio a Cali- è che venga voglia restarci.